Jubaguda, terra tanto lontano, ma vicina a molti di voi,perché coinvolti nel progetto delle adozioni a distanza.
Qui, le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, offrono il loro servizio “senza contare i passi” – (proprio come le voleva il Fondatore – beato Tommaso M.Fusco) – nel dono della propria vita, per aiutare e sollevare migliaia di bambini e malati, sorrette dalla collaborazione di quanti partecipano o vogliono aderire, in modo concreto, ai nostri progetti missionari.
Circondata da alte montagne e fitte foreste troviamo Jubaguda, uno dei tanti Villaggi raggruppati, di Srirampur Panchayat in Kotgarh, nella Diocesi di Cuttach, nello Stato di Orissa, del Nord India.
La stazione più vicina è Muniguda, per raggiungerla si percorrono 75 Km di foresta, attraversando strade in gran parte fangose ed accidentate.
Il 70% degli abitanti appartiene alla Tribù Scheduled S.T., il 20% alla casta Harijans Sheduled S. C., e il 10% agli Hindus.
Jubaguda, centro della nostra missione, essendo situato ai piedi della montagna, -sulla quale troneggia la statua dell’Immacolata – corre, come tutti gli altri villaggi, il grave rischio degli animali feroci specialmente le tigri che di notte scendono seminando panico.
In tutti i villaggi, periodicamente visitati dalle Suore, l’analfabetismo, dominante fino a poco tempo fa, sta, grazie all’azione delle nostre Missionarie, lasciando il posto ad un certo interesse per l’istruzione, grazie anche all’aiuto delle Adozioni a Distanza.
In questi posti manca l’elettricità e l’acqua, le persone infatti attingono dai ruscelli ( anche se nel sottosuolo c’è acqua sorgiva) combattendo, giorno dopo giorno contro la fame, la malattia, l’emarginazione.
L’intera zona è affetta da malaria, ma sono frequenti anche: colera, scabbia, TBC, lebbra, causa la malnutrizione e le scarse condizioni igieniche.
La vita, fatta di stenti e sofferenze, raggiunge un’età media molto breve: le donne, infatti, raggiungono i 50-55 anni; le ragazze sposano in giovanissima età.
Praticano una coltivazione primitiva, ma l’insufficiente raccolto, a causa dei monsoni e delle bestie feroci che distruggono, non basta al sostentamento delle famiglie, così, la maggior parte degli abitanti si nutre di frutta e verdure che trova nella foresta.
La missione a Jubaguda ebbe inizio nel 1968, quando i padri Cyrill e Jacob, Vincenziani, fecero ingresso e vi rimasero fino all’arrivo di padre Paul Kunnathoor nel marzo del 1976.
Quest’ultimo, trovandosi in una complessa e drammatica situazione di abbandono sociale, capì subito che la miseria e l’estrema povertà era, anche, conseguenza dell’analfabetismo, con rude materiale, costruì una prima capanna che potesse accogliere alcuni ragazzi: era il primo luglio del 1976.
Oggi la rude capanna è divenuta un grande Hostel che accoglie ben 180 ragazzi che studiano dalla prima alla settima classe.
Nel 1992 il degrado e la miseria delle bambine bussarono, ancora una volta, al cuore di padre Paul, il quale con una certa insistenza e un perseverante incalzare di richieste alla Madre Generale, implorava un gruppo di Suore che si prendessero a cuore la situazione delle bambine.
Era il 20 maggio 1993 quando quattro giovani Suore delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, aprirono la comunità nel villaggio.
Esse subito presero a cuore la situazione e con altrettanto interesse iniziarono a studiare la lingua locale: l’oria, e solo pochi mesi dopo aprivano un Hostel per le femminucce: una grande capanna ne accolse 22.
Attualmente le bambine godono di un grande Hostel nominato “Jeevan Jyothy” in muratura, con l’aiuto di molti benefattori e, soprattutto, con l’aiuto della Parrocchia “Volto Santo” di Salerno, accoglie, ora, 203 bambine: è una scuola che insegna il senso della vita e una casa dove si è amati e s’impara ad amare, pur nel cuore della foresta.
Dal 2001 sempre qui, a Jubaguda, sorge anche un grande Ambulatorio dove affluiscono molti malati da tutti i villaggi circostanti, grazie all’Associazione“Ex Consiglieri Comunali” di Pagani (SA); l’Ambulatorio è in muratura e può accogliere, con un certo decoro e dignità, parecchi malati.
In tutti i villaggi circostanti le Suore ,nel rispetto della loro cultura, svolgono un delicato e prezioso servizio sociale, hanno aperto corsi di cultura generale per giovani donne e una scuola professionale di taglio e cucito che dura due anni.
Con queste coraggiose pioniere seminatrici di “ vita” che spesso si misurano con conflitti e rischi fino a mettere a repentaglio la loro stessa vita, sulla strada per aiutare a vivere una vita più umana , vogliamo percorrere, con loro, anche noi un tratto di strada, un segmento di fratellanza, seguendo le orme della solidarietà operosa e fattiva alla volta del prossimo bisognoso.
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